Tra la terra e il cielo
Un incontro in un hotel a ore tra uno studente universitario e Devi, una ragazza conosciuta in rete, finisce in tragedia. La polizia irrompe e il ragazzo, per la vergogna, si taglia le vene nel bagno. Su Devi e sul padre, un professore vedovo che ha lasciato l’insegnamento per crescere la figlia e gestire un piccolo chiosco, ricade il peso insostenibile del ricatto economico, ad opera della polizia stessa, che ha filmato l’atto osceno. Siamo sulle rive del Gange, a Benares, sulle gradinate di pietra dove si bruciano i morti. Un altro ragazzo, Deepak, addetto ai roghi, coltiva il sogno di diventare ingegnere ferroviario, e si innamora, corrisposto, di una ragazza di un’altra casta. Anche il loro incontro ha in serbo una tragedia inattesa. Il Gange, sorto dai capelli di Shiva, ha il potere di rigenerare e ditrasformare, è il luogo del rito di passaggio per antonomasia, quello da questa vita ad un’altra vita, attraverso il rogo del corpo. Attorno a questa pratica religiosa si è sviluppato un codice sociale e un mercato economico, che decide della schiavitù e della liberazione delle persone che vivono su quegli argini. Ogni cosa, in India, oggi, è contesa tra i mutamenti della contemporaneità e le richieste della tradizione: facebook è una minaccia costante ai matrimoni programmati, e l’emancipazione femminile, che viene dalla scolarizzazione all’ultimo livello e dalle conquistate posizioni professionali, si scontra con i tanti divieti imposti ancora alle donne e con una mentalità radicalmente patriarcale.