Vita di Pi
Il giovane Pi Patel è cresciuto con la famiglia a contatto con lo zoo paterno, mescolando fin dall’infanzia sogno e realtà. Quando il padre ha esigenze di denaro e sceglie di trasferirsi in Canada per vendere lo zoo, Pi ancora non può intuire cosa lo attenderà nelle vastità oceaniche. Di fronte a una tempesta terrificante, la nave affonda, lasciando in breve tempo Pi con un’unica compagna di viaggio: la tigre Richard Parker, l’animale più temuto dello zoo paterno. Pi potrà solo fare affidamento alla propria intelligenza per poter sopravvivere e convivere con la tigre. Pi (greco) come la razionalità della scienza, ma anche come simbolo di trascendenza: un ragazzo, Pi Patel, che incarna la sintesi del sincretismo religioso e della curiosità intellettuale di chi non si accontenta della morale comune o di qualcuno che indichi cosa sia giusto e cosa sbagliato (anche se si tratta del padre), in cui convogliare il razionalismo empirista di chi non ha paura di mettere in discussione i dogmi e la (apparentemente contraddittoria) predisposizione alla fede, sotto forma di dialogo univoco con Dio, in cerca di risposte destinate ad arrivare percorrendo sentieri oscuri. In compagnia di Richard Parker, una tigre del Bengala, il cui occhio cela più di un segreto sul destino che unirà uomo e felino nella più surreale delle simbiosi. Metafora dell’esistente o apologo esemplare di come lo storytelling possa aiutare a spiegare anche verità impossibili da accettare e da razionalizzare, Vita di Pi ha tutto quel che si esige da un romanzo popolare, tenero e crudele, nell’era dello scetticismo cosmico.