Italia – Emilia Romagna.
Cronache dalle macerie di un terremoto.

Delle tante immagini riprese nelle zone dell’epicentro del terribile sisma che nel 2012 ha colpito l’Emilia Romagna ho preferito non pubblicare i volti delle persone, che normalmente sono il fulcro dei miei reportage.

Questa volta ho voluto mostrare le cose, soprattutto le cose che erano e non sono più. Ho cercato così di fare in modo che il dolore, troppo evidente nei volti attoniti dei profughi dei campi tendati o negli occhi di chi assisteva alla rimozione dei resti della propria casa, intravedendo per l’ultima volta le proprie cose mescolate alle macerie, fosse un dolore di tutti.

Queste fotografie fanno parte come sempre di un ben più vasto reportage che racconta alcune giornate trascorse tra le macerie e i campi profughi di Cavezzo, San Felice sul Panaro, Mirandola, Galeazza, subito dopo il tragico evento.

La storia ha smesso di fluire in questi paesi, in pochi minuti abbandonati dai loro abitanti. Il tempo si è fermato perché la storia la fanno gli uomini, non le cose o le pietre. E senza nessuno che le attraversa, le strade e le piazze congelano il tempo, in attesa di essere di nuovo riportate alla vita.


