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Italia.

La magia dell'archeologia industriale.

Sono a volte i frammenti di vita a farti concentrare sulla vita stessa. Nelle atmosfere cupe e desolate di una rovina, specie se si tratta di un luogo dove il lavoro ha scandito il tempo, c’è qualcosa di virale, di violento, come se ogni pezzo di metallo superstite volesse urlare ferocemente il suo passato.

E commuove il tentativo della natura di insister a coprire questi reliquie del lavoro, quasi per calmare i fantasmi, per soffocare i ricordi. Ovunque tracce di verde che dissimulano, erbacce che mistificano, rampicanti che fingono altro.

E’ evidente che l’acqua ha provato a distruggere le pietre, che il fuoco ha tentato di inghiottire il legname, che la ruggine sta cercando di trasformare il ferro e che la polvere vuole mettere a tacere tutto quanto una volta per tutte.

Anche l’uomo ha fatto la sua parte, utilizzando queste vecchie pareti ferite per lanciare messaggi, fatti di colori e speranza. Messaggi che potranno essere raccolti solo da chi ha trovato un motivo per oltrepassare le barriere, per chi ha lanciato il cuore oltre il filo spinato.