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India.

Creazione di nuovi spazi abitativi.

La vita di migliaia di persone si svolge quotidianamente sul profilo di queste tubature e, anche di inverno, ruota intono alla loro fredda rotondità. Seguendo questi tracciati in metallo, plastica o cemento abbiamo visto gente nascere, mangiare, lavarsi, lavorare, ammalarsi, sorridere e morire su questi tubi.

Le donne lavano qui le stoviglie con acqua ferma dal colore preoccupante, le bambine si cimentano con il bucato, schiaffeggiando le rugose condutture con stracci fradici. Tra la ruggine di grossi bulloni metallici i bambini si arrampicano e muovono i primi passi incerti in un mondo che scopriranno presto complicato.

Tra le fondamenta di palazzi giganti e opachi dove viene scritto il software che nutre il mondo contemporaneo e il confine con un’immensa discarica a cielo aperto è possibile osservare un’umanità che si è inventata una nuova etimologia della parola spazio.

La vita brulica su questi “non spazi” finché i tubi si inabissano e spariscono sottoterra da dove sono venuti o, più spesso, sotto i cumuli di rifiuti di una delle tante discariche cittadine. Un mare colorato di plastica inghiotte allora il grigio del condotto facendone perdere le tracce.

Puoi trovare la versione integrale di questo reportage su:

OASIS – Rivista di cultura ambientale – n. 216
Abitare il mondo – volume edito da White Star – National Geographic
Proiezione – Incontro “Abitare il mondo”

Puoi controllare se la presentazione di questo reportage è programmata sul nostro CALENDARIO PROIEZIONI